martedì 18 dicembre 2012

VERDI


Viva VERDI


Giuseppe Verdi, è noto, è uno dei più conosciuti e amati compositori italiani. Le sue opere, ancora oggi, sono messe in scena e ascoltate in tutto il mondo.

Ricordanze della mia vita, Luigi Settembrini

Viva VERDI

Il giuramento della Giovine Italia, Roberto Saviano

Nato nel 1813 a Roncole, nel Parmense, da una famiglia non abbiente, nonostante le non abbondanti risorse famigliari potè curare il proprio talento musicale, anche grazie all'intervento di alcuni mecenati.

Dopo una prima composizione, l'Oberto, che riscosse un moderato consenso, Verdi compose Un giorno di regno, opera che rischiò di compromettere la carriera del musicista dal momento che risultò essere un clamoroso fiasco.

Ma nel momento sicuramente più difficile della sua carriera, Verdi ebbe la possibilità di musicare un'opera destinata ad alimentare la sua fama fino ai giorni nostri: il Nabucco, la cui prima andò in scena alla Scala, a Milano, nel 1842. L'opera, il cui libretto è di Temistocle Solera, narra delle vicende degli ebrei durante la cattività babilonese (Nabucco è il re di Babilonia Nabuccodonosor) e dell'intervento divino in aiuto al suo popolo eletto. Il libretto risente molto delle simpatie neoguelfe del suo autore che, in questo senso, aveva una sensibilità diversa dal compositore parmense (e non stupisce, dunque, il ruolo di primo piano del pontefice Zaccaria come guida degli ebrei).

Il successo immediato e strepitoso dell'opera si dovette soprattutto al celebre coro "Va' pensiero", atto d'accusa degli ebrei contro la dominazione straniera. In quel 1842, per tutti i patrioti, il "Va' pensiero" non poteva che essere interpretato come un motivo antiaustriaco (per poter approfondire la trama dell'opera e ascoltare il coro, clicca qui).

Fu così che Verdi, che in seguito avrebbe scritto ulteriori e grandi pagine nella storia della musica, fu conosciuto anche come simpatizzante delle battaglie del Risorgimento e la leggenda vuole che, durante gli ultimi anni dell'occupazione austriaca del Lombardo-Veneto, la scritta "Viva Verdi" dovesse essere letta come "Viva Vittorio Emanuele Re D'Italia".

Il ruolo politico del compositore parmense venne suggellato, negli anni successivi all'Unità, dalla carriera politica dello stesso Verdi, deputato nel 1861 e, nel 1874, senatore. Quando Verdi morì, nel 1901, il popolo milanese partecipò in massa alle esequie, salutando in lui uno dei massimi protagonisti del Risorgimento.


 

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