martedì 23 ottobre 2012

VERDI


Giuseppe Fortunino Francesco Verdi nasce il 10 ottobre 1813 a Roncole di Busseto, in provincia di Parma. Il padre, Carlo Verdi, è un oste, la madre invece svolge il lavoro della filatrice. Fin da bambino prende lezioni di musica dall'organista del paese, esercitandosi su una spinetta scordata regalatagli dal padre. Gli studi musicali proseguono in questo modo sconclusionato e poco ortodosso fino a quando Antonio Barezzi, commerciante e musicofilo di Busseto affezionato alla famiglia Verdi e al piccolo Giuseppe, lo accoglie in casa sua, pagandogli studi più regolari ed accademici. 

Nel 1832 Verdi si trasferisce quindi a Milano e si presenta al Conservatorio, ma incredibilmente non viene ammesso per scorretta posizione della mano nel suonare e per raggiunti limiti di età. Poco dopo viene richiamato a Busseto a ricoprire l'incarico di maestro di musica del comune mentre, nel 1836, sposa la figlia di Barezzi, Margherita. 

Nei due anni successivi nascono Virginia e Icilio. Intanto Verdi comincia a dare corpo alla sua vena compositiva, già decisamente orientata al teatro e all'Opera, anche se l'ambiente milanese, influenzato dalla dominazione austriaca, gli fa anche conoscere il repertorio dei classici viennesi, soprattutto quello del quartetto d'archi. 

Nel 1839 esordisce alla Scala di Milano con "Oberto, conte di San Bonifacio" ottenendo un discreto successo, purtroppo offuscato dall'improvvisa morte, nel 1840, prima di Margherita, poi di Virginia e Icilio. Prostrato e affranto non si dà per vinto. Proprio in questo periodo scrive un'opera buffa "Un giorno di regno", che si rivela però un fiasco. Amareggiato, Verdi pensa di abbandonare per sempre la musica, ma solo due anni più tardi, nel 1942, il suo "Nabucco" ottiene alla Scala un incredibile successo, anche grazie all'interpretazione di una stella della lirica del tempo, il soprano Giuseppina Strepponi. 

lunedì 22 ottobre 2012

rossini


Gioacchino Rossini nasce a Pesaro, nello Stato Pontificio, il 29 Febbraio del 1792 da padre (Giuseppe Antonio Rossini) musicista e madre (Anna Guidarini) modista ma con buone doti canore.
Il Giovane Rossini iniziò sin da bambino a dedicarsi alla musica ricevendo lezioni di canto, spinetta e corno (dal padre), prediligendo le composizioni di Mozart e Haydin tanto da essere soprannominato "Tedeschino". Iniziò anche a comporre alcune musiche sacre e già a 13 anni ottenne il primo premio al liceo con la cantata "Pianto d'Armonia per la morte di Orfeo".
Nel 1806 la compagnia di Bologna Mombelli commissionò al quattordicenne Rossini l'opera "Demetrio e Polibio" che non venne però mai rappresentata fino al 1812.
Il suo esordio lo ebbe a Venezia, a soli 18 anni, quando venne rappresentata al Teatro S. Moisè "La cambiale di Matrimonio" con un discreto successo.
Nei due anni successivi l'attività compositiva di Rossini fu intensissima e scrisse ben sette opere con risultati alterni sino a debuttare il 26 Settembre del 1812 alla Scala di Milano con "La Pietra del Paragone" che meritò ben 53 repliche.
La consacrazione definitiva l'ebbe però con le opere "Tancredi" e "L'Italiana in Algeri" rappresentate a Venezia nel 1813 rispettivamente al Teatro La fenice e al Teatro S. Benedetto.
Nel maggio del 1815 Rossini parte da Bologna per Napoli sotto consiglio dell'impresario Barbaja e qui scrive "Elisabetta Regina d'Inghilterra" rappresentata con grande successo al teatro S. Carlo nello stesso anno con Isabella Colbran nel ruolo di Elisabetta. Presenta a Roma "Torvaldo e Dorliska" che viene accolta senza entusiasmo, quindi il 20 Febbraio 1816 al Teatro Argentina di Napoli "Il Barbiere di Siviglia" che risulta inizialmente un totale fiasco (forse anche per la devozione dei Napoletani a Paisiello che aveva già composto un "Barbiere") ma riscontrando poi nel resto d'Italia e poi all'estero un buon successo.
Per un paio d'anni Rossini fa la spola tra Roma e Napoli presentando "La Gazzetta", "Otello" con notevole successo, "Cenerentola" (accolta freddamente all'inizio), "Armida" e "Adelaide di Borgogna" che non incontrano i favori del pubblico. Nel mentre si afferma nuovamente alla Scala di Milano con "La Gazza Ladra" dove ottiene un grandissimo successo.

lunedì 8 ottobre 2012

il melodramma


Melodramma  è sinonimo di opera.
Il termine è talvolta utilizzato anche per indicare il libretto di un'opera , interpretando l'etimologia come dramma per canto anziché come abbinamento di canto e azione.
Cinema
Per estensione, nel cinema per melodramma si intende un film a tinte forti, basato su una trama romanzesca, ricca di colpi di scena e al limite dell'inverosimile, scopertamente mirata a commuovere lo spettatore. I personaggi sono tratteggiati in modo netto e sono quasi sempre suddivisi in modo manicheo tra buoni e cattivi. Un esempio classico di cinema melodrammatico è il cosiddetto "neorealismo d'appendice", in particolare quello realizzato da Raffaello Matarazzo, come la trilogia con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson Catene, I figli di nessuno, Torna!.
Uno dei maggiori esponenti del mélo è Douglas Sirk. Il genere si evolve con Rainer Werner Fassbinder. Sintesi principale tra il "maestro" Sirk e l'allievo Fassbinder è la pellicola La paura mangia l'anima , punto di unione e allo stesso tempo di rottura con lo schema classico americano.
Dalla rottura dello schema americano perpetrato da Fassbinder, deriva l'opera di Pedro Almodóvar. Nel regista spagnolo si parla addirittura di un genere trasversale definito da alcuni critici, "almododrama". I film di Almodóvar irridono le regole classiche alla Sirk, stravolgendo e ribaltando il tema dell'amore uomo-donna, ampliandolo a gay, lesbiche, transessuali. In questo modo le dinamiche narrative, le schermaglie sentimentali, i fini sociali assumono spesso tratti parossistici, creando la de-generazione di un genere tradizionale.

martedì 2 ottobre 2012

teatro


Il teatro è un insieme di differenti discipline, che si uniscono e concretizzano nell'esecuzione di un evento spettacolare dal vivo.
Proveniente dal greco , comprende le arti tramite cui viene rappresentata, sotto forma di testo recitato o drammatizzazione scenica, una storia . Una rappresentazione teatrale si svolge davanti ad un pubblico utilizzando una combinazione variabile di parola, gestualità, musica, danza, vocalità, suono e, potenzialmente, ogni altro elemento proveniente dalle altre arti performative. Non sempre è necessaria la presenza di un testo: il movimento del corpo in uno spazio con fini artistici ed illustrativi, eseguito di fronte ad uno spettatore, è definito di per sé teatro. Oltre al teatro di prosa in cui la parola  è l'elemento più importante, il teatro può avere forme diverse, come l'opera lirica, il teatro-danza, il kabuki, la danza katakali, l'opera cinese, il teatro dei burattini, la pantomima, che differiscono non solo per area di nascita, ma per il differente utilizzo sia delle componenti che costituiscono la rappresentazione, sia per i fini artistici che esse definiscono.
La particolare arte del rappresentare una storia tramite un testo o azioni sceniche è la recitazione, o arte drammatica. In molte lingue come il francese l'inglese, il russo, il tedesco , l'ungherese  il verbo "recitare" coincide col verbo "giocare". Il termine italiano, invece, pone l'accento sulla finzione, sulla ripetizione del gesto o della parola.